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 Il terremoto Gelmini

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MessaggioTitolo: Il terremoto Gelmini   Il terremoto Gelmini Icon_minitimeGio Ott 16, 2008 1:20 pm

Non c’è più rispetto per la scuola: più si va avanti e più si torna indietro, o almeno questa è l’intenzione del Ministro della Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini. Nella riforma presentata alle camere non c’è nulla di innovativo che possa portare la scuola italiana sulla stesso livello delle scuole delle principali nazioni europee, anzi c’è il forte desiderio di riportarla nelle stesse condizioni in cui l’abbiamo lasciata dieci o venti anni fa. Il ritorno al maestro unico è soltanto una delle “novità” che i ministri Gelmini e Tremonti hanno fortemente voluto per far quadrare i conti della spesa pubblica. Già, perché la volontà dei due ministri è quella di ridurre i costi della pubblica istruzione per inserire l’Italia nella spesa media delle nazione dell’UE. Così facendo non ci si preoccupa in minima parte dei numerosi docenti che nei prossimi anni rimarranno senza lavoro, senza pensare ai giovani diplomati e laureati che per trovare una cattedra libera dovranno aspettare chissà quanti anni.
Siamo abbastanza preoccupati quando ci assicurano che i docenti senza cattedra verranno impiegati per i corsi di recupero pomeridiani, perché se tali corsi non dovessero essere pagati dalle singole scuole ma soltanto dai frequentanti dei corsi, così come è successo grazie alla riforma Fioroni per i corsi di recupero dei debiti, ci troveremmo di fronte ad un’altra spesa che le famiglie italiane dovrebbero affrontare. Inoltre, il governo dovrebbe spiegarci in che modo verranno occupati tutti i maestri in esubero, essendo i corsi di recupero facoltativi e talvolta non necessitati.
Non crediamo inoltre che il maestro unico possa dare la stessa garanzia qualitativa e quantitativa di insegnamento che possono dare tre diversi maestri. Ciò implicherebbe necessariamente una conoscenza specifica nelle singole discipline molto più bassa rispetto a quella di altri paesi, nonché una notevole difficoltà nel passaggio tra scuola primaria e quella secondaria di primo grado.
Ma non sono solo i docenti a rimanere senza lavoro e senza stipendio. A causa dei continui tagli passati da una finanziaria all’altra, le segreterie delle diverse scuole hanno dovuto licenziare una parte del loro personale, non avendone più la copertura economica. Se si continua a tagliare i fondi alla scuola pubblica, fra qualche anno le scuole di tanti piccoli paesi dovranno chiudere per mancanza di personale, e le rispettive classi dovranno accorparsi a quelle delle scuole dei paesi vicini. La conseguenza è che ancora una volta si creerà un notevole disagio per le famiglie italiane.
Il “terremoto Gelmini”, però, non sconvolgerà soltanto la scuola primaria e secondaria, ma anche le università. Secondo i progetti del ministro, infatti, tra qualche anno non ci dovranno essere più università pubbliche ma soltanto quelle finanziate dai privati. Questo provvedimento, ideato ancora una volta per ridurre i costi dell’istruzione, nasconde la brutale intenzione di privatizzare completamente l’insegnamento universitario, rendendolo disponibile soltanto ad una stretta cerchia di persone.
Ciò che si evince dalla riforma Gelmini/Tremonti è la totale incapacità di gestire il rapporto tra risanamento dei conti pubblici e sviluppo dell’istruzione, tutto risolto a favore del primo e a discapito del secondo. Non si può più assistere ad un abbassamento del livello culturale e ad una crescente disoccupazione in seno alla scuola italiana, soltanto per far rientrare l’Italia nella spesa media dei paesi dell’Unione Europea.
Tagliare i fondi alla scuola pubblica è come rinunciare al progresso culturale dei propri figli.
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