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 Dialogo tra un socialista e un fascista (parte 4)...

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Sabb1o
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MessaggioTitolo: Dialogo tra un socialista e un fascista (parte 4)...   Dialogo tra un socialista e un fascista (parte 4)... Icon_minitimeMar Dic 23, 2008 2:53 pm

FASCISTA: Io, rifacendomi alla casistica, ritengo che non si possa attingere al Bene assoluto su questa terra, per quanto si debba tendere ad esso. Conseguentemente spesso si trova nella condizione di dover scegliere il male minore, sia pure sforzandosi di correggerne gli errori. Quanto al progresso, non credo in esso. La storia mi ha insegnato a dubitarne.
La canzone non esprime in toto il mio pensiero, ma l'ho scelta perché mi era subito venuta in mente quando mi hai chiesto cosa fosse il fascismo. Per contestualizzarla ti dico che il gruppo (DDT) è di Milano, vicino ad ambienti della Fiamma Tricolore, e appartiene comunque alla Sinistra Nazionale (ovvero alla corrente di sinistra del fascismo). Questo gruppo nelle sue canzoni si oppone alla guerra in Iraq (Baghdad), esalta Gaetano Bresci (La Savoiarda) e la Repubblica Sociale (RSI), mentre altre canzoni sono molto autoironiche. Illuminante è il verso in cui il comunismo è definito "eresia materiale", quasi fosse una variante materialista del fascismo. Si tratta quindi di un fascismo di sinistra e movimentista. Il fascismo regime fu di destra nazionale, per via del compromesso con la monarchia e i liberalconservatori. Tieni presente questa distinzione.
Nella Destra radicale (che in Italia è particolarmente ricca), convivono diverse e varie anime. Se vuoi fartene un'idea, ti consiglio i libri di Nicola Rao "La fiamma e la celtica" e di Ugo Maria Tassinari "Fascisteria", entrambi descriventi il variegato mondo del neofascismo italiano. Ci sono posizioni molto diverse e spesso discordanti, anche in assenza di una dottrina ideologica comune (come può essere il marxismo all'estrema sinistra). Secondo alcuni intellettuali dell'Area, come Gabriele Adinolfi, si tratta di una ricchezza di pensiero più che di un peso. Sbagliato è quindi fare di tutta l'erba un fascio (scusa l'abominevole calembour). Ti risponderò ora in base a ciò che ne penso io.
1) riguardo all'Imperialismo, il Fascismo italiano ha continuato la via tracciata dall'Italia liberale, né si è discostato dalla pratica comune all'epoca. Nei paesi colonizzati l'impatto fu molto positivo per certi gruppi (Arabi della Tripolitania e della Cirenaica, Eritrei, Somali) i quali hanno ancora un ottimo ricordo dell'Italia; molto meno per altri (Beduini, Amarici) i quali si opposero strenuamente alla conquista. Gli effetti furono comunque positivi, soprattutto in fatto di infrastrutture e di modernizzazione. Ancora adesso la ferrovia tra Massaua e Asmara in Eritrea (ancora operante con le Littorine e le Ansaldo degli anni '30) è un vanto di questo piccolo e valoroso Paese. Fino a poco tempo fa inoltre gli ascari ricevevano la pensione di guerra italiana, con cui campavano intere famiglie. Liberatisi dal "giogo" italiano, mentre la Libia, grazie a una dittatura (quella di Gheddafi), è rimasta a galla, Etiopia e Somalia sono state dilaniate dalla carestia, e dalla guerra civile. Con questo non voglio dire che l'imperialismo fu giusto e buono a prescindere, ma neanche sostenere che fu, almeno nel caso italiano, il male assoluto. Certamente ora è un'altra epoca, e sarebbe improponibile (in compenso l'imperialismo economico americano, ma anche cinese ed europeo, impazza).
2) l'europeismo fascista, vivo negli anni della guerra, e poi più tardi con la Jeune Europe di Thiriart, sognava un'Europa libera da padroni extraeuropei (Americani e Russi, ma anche gli Inglesi, visti come estranei alla realtà continentale). La preminenza della Germania veniva accettata come stato più forte d'Europa e quindi guida naturale della "Crociata contro il bolscevismo". Tuttavia non mancavano voci di dissenso contro l'eccesso di nazionalismo da parte dei Tedeschi. I nazionalismi opposti e conflittuali furono senza dubbio una ragione importante della sconfitta. Se i Tedeschi avessero accettato alla pari Polacchi, Cechi, Russi, Ucraini; se i Croati non avessero cercato di sterminare i Serbi; se Ungheresi e Romeni non si fossero scannati a vicenda; se l'Italia non avesse invaso la Grecia; l'Europa avrebbe presentato un fronte più compatto. Ma questa lezione si dovette attendere la fine della guerra per impararla.
Non ho detto che l'Etiopia fosse un baluardo insormontabile, ma non era nemmeno una vittoria facilissima, dato che aveva sbaragliato gli Italiani già nel 1887 e nel 1936. Quella campagna fu organizzata bene, comunque (proprio per evitare "figuracce"). Viceversa, le campagne della Seconda Guerra Mondiale furono organizzate male, sia strategicamente che tatticamente, anche laddove si affrontarono nemici più che alla propria portata (la Grecia). Anche Giappone e Germania commisero gravi errori strategici e tattici (pur potendo contare su forze armate di gran lunga superiori per equipaggiamento e addestramento), e in particolare la mancanza di coordinazione, vitale in una guerra globale, in cui si è per altro in inferiorità.
« In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore. Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa ed il tradimento bollano per secoli un popolo davanti al mondo. »
(Junio Valerio Borghese)
Dalla Seconda Guerra Mondiale nessuno (dei protagonisti principali, e pochi dei secondari) ne emerse con le mani pulite. Restano tuttavia pagine di gloria e di valore immortali su tutti i fronti: dalla Difesa di Stalingrado a quella di Berlino, da El Alamein alla Normandia, da Nikolajewka a Keren. Di molte di queste pagine ne furono protagonisti gli italiani, il cui valore stupì alleati e nemici in più occasioni.
3) Non nego vi siano state persecuzioni politiche, ma tuttavia ti ricordo che l'antifascismo fece lo stesso dopo la guerra, e ancora oggi, essere fascisti è reato. Non lo dico per giustificare questo aspetto del fascismo (a mio parere deprecabile) quanto per mettere in chiaro come non fosse comunque peggiore delle alternative "democratiche".
(Apro una parentesi su Pertini, per quanto popolare come presidente, ebbe un comportamento condannabile quando baciò la bara di Tito, insultando migliaia di dalmato-giuliani e quando protesse il criminale di guerra Mario Toffanin, colpevole della Strage della Malga di Porzus, lasciandolo fuggire in Yugoslavia.)
4) Gli Ebrei furono discriminati per motivi razziali (etnici) non per motivi religiosi. Ebrei convertiti al cristianesimo (dopo il 1919) ed ebrei atei non furono esenti. Lo stesso fu per i Nazisti, secondo i quali, i Qaraiti (tartari di Crimea di religione ebraica) erano da considerarsi assimilabili agli ariani, nonostante la fede giudaica. Non ho detto che Mussolini fosse un traditore, quanto che le leggi razziali furono un tradimento. Il re era molto più responsabile di tradimento semmai, vista la revoca dello Statuto Albertino, e Mussolini come ho già detto fece il possibile per evitare il peggio agli ebrei. Inoltre, lui scontò fino in fondo e pagò personalmente i propri errori: fu l'unico dall'Unità d'Italia ad oggi.
Le mie sono distinzioni sottili, dettate dal cuore, che sfuggono alla logica. Comunque il concetto di tradimento è mio, non appartiene ai fascisti in generale, fermo restando che si ritiene le leggi razziali esser state un errore (e, per inciso, gli Stati Uniti ebbero leggi razziali contro i negri fino agli anni '60, per non parlare dell'apartheid sudafricano e della situazione dei palestinesi in Israele, considerati tutt'oggi cittadini di serie B).
L'antigiudaismo esiste fin dai primi autori cristiani (che per altro erano ricambiati assolutamente, basta vedere le prime persecuzioni della Chiesa da parte ebraica o ciò che c'è scritto nel Talmud), ma vede l'ebreo come un avversario solo dal punto di vista religioso, e non vuole affatto lo sterminio degli ebrei, quanto la discriminazione o la conversione o l'espulsione. Molto diverso è l'antisemitismo moderno basato su motivi biologistici e razziali. Ancora diverso è l'antisionismo, a mio parere assolutamente legittimo.
5) La pena di morte a livello civile fu abolita da Umberto I negli anni '80. Il tribunale fascista comminò le sentenze di morte in quanto tribunale speciale di carattere militare. Dal codice militare la pena di morte sarà abolita solo nel 1994. Mussolini fece un punto d'onore di essere meno cruento dei regimi coevi che avevano represso nel sangue le insurrezioni comuniste (Finlandia, Ungheria, Germania, ecc.), e ancora in tempo di RSI protestò spesso contro le rappresaglie compiute dai Tedeschi o dai fascisti più intransigenti (Pavolini, Farinacci).
Circa le Fosse Ardeatine, ti ricordo che il potere dell'autorità fascista a Roma (ma anche nel resto d'Italia) valeva ben poco rispetto all'autorità militare tedesca. Eravamo occupati, ma senza la RSI, l'occupazione diretta tedesca sarebbe stata terribile. I Tedeschi ci odiavano a morte per il tradimento (il secondo in 30 anni per altro). Hitler avrebbe voluto trattarci peggio della Polonia (come rappresaglia per Via Rasella avrebbe voluto radere al suolo il quartiere romano e ottenere 50 morti e 1000 deportati in Germania per ogni morto tedesco). La Repubblica Sociale costituì uno schermo utile al benessere della popolazione, se poi i partigiani attiravano le rappresaglie e si nascondevano (ben diversamente da un eroe come Salvo d'Acquisto). Tuttavia, non eravamo più in grado di proteggere tutti, come avremmo potuto se il Re non avesse delegittimato Mussolini (analogamente gli Ebrei ungheresi non furono deportati finché Horthy non cercò di concludere un armistizio coi sovietici e i Tedeschi lo esautorarono instaurando le Croci Frecciate di Szalasy) e perpetrato l'8 settembre, spaccando lo Stato in due tronconi.
Alle Fosse Ardeatine la resistenza non stalinista (in massima parte monarchica e trotzkista) a Roma fu annientata, a favore dei partigiani di Togliatti. La rappresaglia era inoltre prevista dal Tribunale dell'Aia: anche gli Alleati la applicarono in Germania. Ironicamente Priebke è processato non per la soppressione di 330 persone, ma per quei 5 morti in più e per errori di procedura. Se avesse eliminato 330 partigiani catturati, dopo 24 ore, sarebbe stato assolto ai fini delle leggi di guerra.
6-7) Ripeto: non condivido la politica di repressione delle libertà d'espressione, che pure nel fascismo fu più blanda che in molte altri regimi a cui lo si vorrebbe accostare. Il fatto è che: sotto il regime fascista, l'antifascismo era proibito; sotto il regime antifascista, è proibito il fascismo. In entrambi i casi la critica è consentita all'interno delle strutture del regime. Qual è la differenza???
Quello che vorrei sarebbe la libertà di espressione (la libertà assoluta non è data, avrà sempre comunque un minimo di limitazioni) per tutti, indipendentemente dall'ideologia dominante.
Infine, resta il fatto che il fascista ha sempre l'onere di scagionarsi dagli errori commessi in passato, che gli vengono attribuiti a prescindere. Viceversa, nessuno si aspetta che un comunista debba chiedere scusa per i Gulag o che un filo-americano debba chiedere scusa per i bombardamenti selvaggi in Europa e Giappone (per tacere d'innumerevoli altri delitti made in USA). Sono 65 anni che siamo cittadini di serie B.
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